Questa è la storia di un bambino un fantasma per amico di nome Booh, che lo aiuta a superare la paura del buio.
C’era una volta, in una notte di luna piena, un piccolo fantasmino di nome Booh. Svolazzava con la sua famiglia in cerca di una casa in cui stare più al calduccio. Era la vigilia di Halloween e le creature del mondo della magia si preparavano ad incontrare gli esseri umani.
I fantasmi e le streghe amavano fare scherzetti e spaventare la gente, facendo sparire qualcosa all’improvviso, spalancando finestre e simulando ululati di lupi e tinitinii di catene.
Ma il fantasmino Booh non era così. Amava i bambini perché erano spontanei, divertenti e curiosi e desiderava tanto giocare con loro. Però aveva troppa paura di spaventarli.
Una volta, infatti, si era intromesso in una partita di calcio e ad un certo punto i bambini avevano visto il pallone librarsi in aria senza che nessuno l’avesse colpito; perciò erano scappati via impauriti. Ecco, Booh non voleva essere temuto da nessuno.
L’unico modo che aveva per farsi conoscere era comparire al buio. La sostanza di cui era fatto il suo corpo si illuminava in assenza di luce e i suoi occhi brillavano come stelle. Al sole, invece, era trasparente e nessuno poteva vederlo. Booh decise che quel 31 ottobre sarebbe stato diverso da tutti gli altri. Avrebbe trovato un nuovo amico.
A tarda sera, volando vicino ad una casetta decorata con zucche illuminate, pipistrelli finti e ragnatele ricoperte di una polverina luccicante, sentì il pianto di un bambino e si avvicinò alla finestra della sua cameretta.
Vide una testolina ricoperta di riccioli castani e due occhioni verdi pieni di lacrime. Il piccolo stava implorando la sua mamma di non lasciarlo dormire da solo e al buio perché aveva paura che un mostro potesse fargli del male. Booh allora pensò che fosse giunto il momento opportuno per realizzare il suo desiderio ed elaborò un piano.
Durante la notte sarebbe apparso al bambino per aiutarlo a superare la paura del buio e per diventare suo amico. Perciò aspettò che tutte le luci della casa fossero spente e si intrufolò nella cameretta, passando attraverso la parete. Sentì che il bambino stava ancora piangendo sotto le coperte.
“Ehi! Smetti di piangere, non fare il fifone!“
Il piccolo, spaventato, sporse dalla coperta il viso bagnato di lacrime e vide davanti a sè una sagoma fluorescente con due occhi che sembravano lampadine.
“Chi sei!“, urlò, “Aiuto! Non farmi del male! Adesso arriveranno i miei genitori e mi salveranno!“
“No piccolo amico, non servirebbe a niente chiamarli perché potrei rendermi invisibile e loro non mi vedrebbero. Comunque non ho intenzione di farti nulla. Voglio solo conoscerti! Possiamo diventare amici?“
“Amici? Come? Sei un fantasma! Quelli come te fanno solo paura!“
“Beh, sai non sono molto diverso da te. Sì sono un fantasma, ma anche un bambino e mi piacciono i giochi che fate voi bambini. I miei simili sono diversi; amano spaventare la gente. Io però non ho mai voluto seguirli, nonostante mi costringessero a farlo. Sparivo senza che se ne accorgessero“
“Ma come faccio a crederti? Chi mi assicura che quello che dici è vero e che, quando sarò uscito dal letto, tu non mi salterai addosso?“
“Per saperlo devi rischiare.“
Il bambino guardò il piccolo fantasma e il suo sorriso tenero lo calmò. In fondo avrebbe già potuto fargli del male se avesse voluto. A quel punto subentrò la curiosità e decise di alzarsi.
Piano piano si avvicinò a lui per toccarlo e il fantasmino gli strinse la mano. Entrambi lanciarono un urlo di spavento. Booh sentì un calore fortissimo, mentre il bambino si tirò subito indietro assalito da un gelo improvviso. Era stato come toccare un pezzo di ghiaccio. Dopo un attimo di sgomento, scoppiarono a ridere.
“Ma come? Anche tu hai paura di me?“, chiese il bambino al piccolo fantasma.
“S-si! Non ho mai toccato un umano! La tua energia è così forte! È stato come se il fuoco mi attraversasse!“
“Tu invece sei molto freddo! Come mai?“
“Non ho un corpo vero e un cuore che batte e diffonde calore. Sono fatto di una sostanza volatile e trasparente“.
“Ma io credo che tu invece abbia un cuore, altrimenti mi avresti fatto del male come qualsiasi altro fantasma“.
Il bambino cominciò a trovare simpatica quella creaturina evanescente e la abbracciò. Il fantasmino non scappò e la sua luce divenne così intensa da illuminare tutta la stanza.
“Sai è strano“, gli disse il piccolo umano, “fino a qualche minuto fa avrei avuto paura di camminare nel buio di questa stanza, invece adesso sento che non mi fa più paura. Potresti tornare qui anche domani?“
“Certo che siiii!“
Il fantasmino fu felicissimo sentendo quelle parole e, preso dall’entusiasmo, cominciò a passare attraverso tutte le cose che lo circondavano, facendone cadere alcune a terra.
“Smettila!”, urlò il bambino, “Così i miei genitori si sveglieranno e verranno qui! Non voglio che si spaventino e ti mandino via!“
“Ok la smetto. Poi penserò a farmi conoscere anche da loro. Allora domani sarà un Halloween speciale! Ci divertiremo tantissimo!“
“Si! Ti porterò con me a vedere la città e giocheremo assieme!“.
I due diventarono amici inseparabili e ogni anno, alla vigilia di Halloween, il fantasmino tornò a far visita al suo piccolo amico.
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Ascolta la fiaba letta da Mariarosa Grieco.
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Vittoria Starace
Dottoressa in Filologia, letterature e storia dell’antichità.
Mariarosa Grieco
Speaker per passione