C’era una volta un bambino dolcissimo e molto curioso. Si chiamava Samuele. La sua festa preferita era il Natale, perché gli piacevano le decorazioni scintillanti, il calore della festa e i giochi divertenti a cui partecipava con la sua famiglia. Era sempre stato affascinato dalla figura di Babbo Natale, quell’uomo con la folta barba bianca e un vestito rosso, che dispensava affetto a tutti.
Samuele sognava di incontrarlo e di esplorare il laboratorio in cui, assieme agli gnomi, preparava i suoi fantastici doni da distribuire al mondo intero.
Perciò, la sera del 24 Dicembre, volgendo gli occhi alle stelle in alto nel cielo, disse in cuor suo: “Vi prego stelline, fatemi incontrare Babbo Natale! Questo sarebbe il più bel regalo che io possa mai ricevere“.
Così, con questo desiderio nell’animo, andò a letto. Ad un tratto fu svegliato da un tonfo proveniente dal soggiorno. Pensò che fosse solo caduto qualcosa. Allora cercò di riaddormentarsi, ma poi sentì una risatina accompagnata da un tintinnio di campanellini. Si stupì che i suoi genitori non si fossero ancora svegliati. Preso dalla curiosità, scese dal letto e piano piano si avviò verso la stanza, con una piccola torcia in mano.
Quando arrivò, vide una creaturina con le orecchie e il nasino all’insù, circondata da una luce soffusa. Era un piccolo gnomo, di quelli che aveva osservato in molti disegni sui suoi libri di fiabe. Indossava una tutina a strisce verdi e rosse e un cappellino rosso con un campanellino dorato attaccato alla punta. Stava sistemando dei regali sotto l’albero, che era decorato con tantissime palline di colori vivaci.
Samuele lo osservò in silenzio, nascosto dietro al divano. Non voleva farsi vedere, per paura di spaventare quell’ospite speciale. Dopo qualche minuto, la creaturina aprì la porta d’ingresso, pronunciando una strana formula magica, e uscì. Allora il bambino notò che vicino all’albero era rimasto uno strano oggetto scintillante.
Si accovacciò per osservarlo meglio e notò che si trattava di una piccola pergamena. Vi lesse un elenco di nomi di persone con accanto i loro indirizzi e i regali che avrebbero ricevuto. L’inchiostro era dorato e, con il suo luccichio, illuminava il volto del bambino, incredulo ed emozionato di fronte a ciò che aveva appena scoperto. Quella lista era davvero importante e Samuele sentì di doverla restituire a chi l’aveva persa.
Perciò uscì di casa, sperando di trovare lo gnomo. Non lo vide, ma notò che la strada era cosparsa di una polverina dorata. Allora decise di incamminarsi lungo il sentiero disegnato da quella scia di brillantini. Durante il tragitto sentì una vocina che gli disse: “Vai avanti, non ti fermare. Sei quasi arrivato“. Samuele ad un tratto vide di fronte a sé una porticina di legno, contornata da una luce fortissima. Decise di bussare e quella si aprì.
Il bambino, spinto dalla curiosità, la attraversò e si ritrovò in un luogo diverso da quello in cui era prima. Vide tanti piccoli gnomi intenti a costruire macchinine, a cucire bambole e a preparare dolci dal profumo inebriante. Ad un tratto i loro sguardi si volsero verso di lui.
“Allarme! Allarme! È un intruso! Chi l’ha fatto entrare!“, urlarono, e un esercito di omini di marzapane, con spade di cioccolato e scudi di pasta frolla, si materializzò davanti a lui, per affrontarlo.
“Non sono venuto per farvi del male! Ho trovato un oggetto che penso sia importante per voi!“, disse loro Samuele spaventato.
“Ma come hai fatto a scoprire il nostro laboratorio? Chi ci assicura che tu sia buono?“, rispose la moltitudine di creaturine in preda alla rabbia e alla paura.
“Una scia dorata e una strana voce mi hanno guidato fin qui”, disse il bambino con convinzione.
Allora tutti lo guardano attoniti e sussurrano tra loro:
“È colui che stavamo aspettando“.
“Chi sarei io?“, chiese Samuele con stupore.
“Nessun bambino ci aveva mai trovati. Tu, invece, ce l’hai fatta. Uno di noi è entrato in casa tua e sei riuscito a vederlo. Non ti sei chiesto il perché?“, gli rispose uno gnomo con dei grandi occhi verdi e un bastone dorato che gli conferiva un’aura di saggezza. “Beh io ho sempre creduto che voi foste reali, perciò quando ho visto quello gnomo vicino al mio albero non mi sono stupito“.
“Ecco, questa è la risposta. La magia è dentro di te e ti ha condotto fin qui. Quello gnomo ti ha lasciato una pergamena affinché tu la trovassi e ci raggiungessi“.
Intanto i soldatini di marzapane si allontanarono da Samuele e tutti lo applaudirono felici.
All’improvviso un uomo di statura elevata, con barba e capelli bianchi, comparve davanti a lui e gli disse:
“Ogni volta che un bambino crede in noi, nasce uno gnomo e io sono più felice“.
Quell’uomo era proprio colui che Samuele avrebbe voluto incontrare.
“Ma tu sei Babbo Natale? Non sto sognando?“, gli chiese il bambino.
“Sì, sono io! E ora seguimi“.
Samuele accettò e fu condotto vicino ad una grande slitta, cui erano legate due renne dalle corna decorate con perline e nastrini di tanti colori diversi.
“Oggi verrai con me. Mi raccomando non perdere la lista che hai in mano. Contiene l’elenco dei regali, con i rispettivi destinatari. Ci servirà per distribuire i doni alle persone giuste”, gli disse Babbo Natale.
Dopo che i passeggeri salirono a bordo del magico veicolo, questo si sollevò in aria. Samuele vide i tetti delle case e le mille lucine che decoravano la città. Dall’alto, assieme al suo fantastico amico, gettò innumerevoli doni che magicamente entrarono nelle abitazioni giuste.
Dopo aver completato la lista, Babbo Natale disse alle renne di raggiungere la casa del bambino e, una volta arrivati a destinazione, gli chiese:
“E tu, Samuele, cosa vuoi per regalo?“
“Vorrei tanto avere un ricordo di questa notte“, gli rispose il piccolo con gli occhi lucidi per l’emozione.
Allora Babbo Natale lo abbracciò e, stringendolo forte, trasformò i suoi vestiti in una tutina rossa; poi, accarezzandogli la testa, fece comparire sul suo capo un cappellino verde con un campanellino dorato sulla punta.
“Ecco, ora anche tu sei ufficialmente un aiutante di Babbo Natale. Ricorda che potrai sempre venire a trovarmi. Ti farò conoscere anche un tuo piccolo amico, uno gnomino che è appena nato e che porta il tuo nome.“, gli disse e rise teneramente.
Samuele lo ringraziò per avergli fatto vivere quella stupenda avventura e, dopo averlo salutato, rientrò in casa passando attraverso la porta, grazie alla magica tutina che indossava. Infine, senza cambiare i suoi vestiti, si mise a letto, sognando di tornare a trovare di nuovo i suoi amici speciali.
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Ascolta la fiaba letta da Mariarosa Grieco.
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Vittoria Starace
Dottoressa in Filologia, letterature e storia dell’antichità.