Perdere il lavoro non è una bella esperienza, reinventarsi e trovare un’alternativa può essere molto difficile. Figuratevi se questo accade a Babbo Natale. Si, nessun errore, parliamo del il secondo lavoro di Babbo Natale.
Babbo Natale ha sempre avuto un lavoro comodo, il suo incarico era intenso, faticoso e molto importante, ma lavorava solo pochi mesi all’anno. Da gennaio a novembre era in vacanza. Insomma un lavoro stagionale da privilegiati.
Ma le cose stavano cambiando, le Poste Internazionali, erano in rosso, tanto che erano 3 anni che non pagavano lo stipendio a Babbo Natale e non assumevano nuovi dipendenti.
L’obiettivo dell’azienda era di ottimizzare i costi e i tempi di consegna, tanto da pensare di usare dei droni per le consegne dei regali e anche le richieste non dovevano arrivare più con letterine! Basterà inviare una sintetica wishlist da un tablet.
Un giorno Babbo Natale ha ricevuto una lettera scritta al computer, con la firma del Super Direttore delle Poste: era una lettera di licenziamento.
Babbo Natale era senza stipendio, senza cassa integrazione, senza pensione, ma senza disperarsi, inizio a cercare annunci di lavoro.
Ristorante in centro cerca cameriere dinamico e di bella presenza, disposto a fare le ore piccole. Inviare curriculum con foto.
Ma per il ristorante non andava bene perchè doveva essere magro, per passare tra i tavoli e senza barba. E Babbo Natale non voleva tagliare la sua barba.
Il centro ludico “Party Party” seleziona la figura di animatore per intrattenere bambini alle feste. Requisiti fondamentali: – spiccata somiglianza con un personaggio famoso della tv, predisposizione al ballo e allo spettacolo – buona presenza scenica.
Ma per il centro ludico non andava bene, perchè sull’annuncio c’era scritto età dai 18 ai 30 anni.
Cercasi operatore call center.
Anche questa volta c’era qualcosa che non andava. Bisognava convincere a tutti i costi le persone al telefono, a comprare, anche se non la desideravano, un’aspirapolvere. Ma Babbo Natale non poteva, lui era abituato ad esaudire i desideri, non ad imporli.
Il Comune cerca netturbini.
Lavoro preso! Babbo Natale poteva lavorare di notte. Il suo compito era quello di raccogliere i rifiuti per riciclarli. Grazie a questo lavoro aveva incontrato una sua vecchia amica con le scarpe tutte rotte. Anche lei per la crisi aveva iniziato a spazzare le strade, ma era cosi veloce che i colleghi pensavano volasse 🙂
A Babbo Natale, piaceva questo lavoro, non era così diverso da quello precedente, doveva continuare a caricarsi sulle spalle dei sacchi, l’unica differenza è che, sacchi non erano destinati ai bambini ma alle fabbriche di riciclaggio e dentro non c’erano regali, ma oggetti di plastica, di carta, di vetro e così via.
Ebbe un’idea! Chiamò la Befana e le chiese di tornare a fare il loro vecchio lavoro: raccogliendo rifiuti e trasformandoli in giocattoli.
Uniremo le forze, fondando una cooperativa!» esclamò, pieno di entusiasmo.
«Caro Babbo Natale, ma sono tempi di crisi…» disse la Befana
«Appunto, bisogna mettersi insieme e avere coraggio.» Esclamò.
La Befana ci ragionò ancora qualche minuto e alla fine accettò. «Ma sì, siamo vecchi, però abbiamo energia da vendere!»
La storia non finisce qui, anzi, c’è anche un nuovo amore per Babbo Natale. Dovete assolutamente acquistare questo libro 🙂
Il secondo lavoro di Babbo Natale di Michele D’Ignazio (Autore), S. Olivotti edito Rizzoli è divertentissimo.
Per chi ha perso il lavoro per il Covid-19, affronta ogni giorno colloqui improbabili e riceve offerte di lavoro indecenti, può essere una boccata di aria fresca. Può far sorridere e dare una piccola spinta a non arrendersi.
Per i bambini, che hanno la fortuna di avere come unico lavoro il gioco, è una storia semplice e molto carina.
Babbo Natale è rappresentato in maniera completamente diversa dal solito Babbo e può insegnare loro, oltre ad essere buoni, anche ad essere forti e determinati, non arrendersi mai e essere sempre ottimisti!
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