C’era una volta Minù la farfalla che non voleva volare. “Non voglio, non ce la farò mai!“, diceva alla sua mamma che cercava di farle cambiare idea: “Se non voli non potrai mai giocare con le tue amiche! Non diventerai mai grande!“.
“A me non interessa diventare come le altre! Sto bene qui! Tra i fiorellini di campo sono molto più al sicuro che lassù, tra le nuvole“, ribatteva Minù.
La piccola farfalla dalle ali color lapislazzulo aveva una sorellina, Crystal. Un giorno, mentre giocavano con le coccinelle in un prato vicino al loro rifugio, scoppiò un terribile temporale.
Crystal, presa dalla curiosità di vedere da dove cadessero le pesanti gocce
di pioggia, decise di volare in alto, uscendo così dal piccolo riparo che si erano costruite con una foglia di fico.
Invano Minù tentò di dissuaderla, dicendole che la loro mamma si
sarebbe arrabbiata molto e che l’avrebbe punita.
Fin da quando erano molto piccole, infatti, aveva vietato loro di volare con la pioggia, ma senza spiegare perché. Purtroppo Crystal decise di infrangere questa regola e quello che entrambe scoprirono in quel momento fu che, se le ali di una farfalla vengono colpite dalla pioggia, si appesantiscono così tanto da non permetterle più di volare.
Questo fu quello che accadde alla piccola Crystal, che precipitò a terra tramortita.
Fortunatamente le coccinelle, esperte di erbe curative, riuscirono a farle riprendere conoscenza, ma da quel giorno lei non riuscì più a volare.
In seguito al grave incidente di sua sorella, Minù fu invasa dal senso di colpa per non averla protetta come avrebbe dovuto e dalla paura che quanto era successo potesse accadere anche a lei.
Così, ogni giorno, cercò con tutte le sue forze di zittire quella vocina interiore che le chiedeva insistentemente di agitare le ali per raggiungere il cielo.
Sua madre, però, sapeva bene che il volo le era necessario per poter crescere e vivere davvero.
A nulla servivano le visite delle sue zie, che spiegavano le loro ali variopinte volteggiando nel cielo, e nemmeno gli alti girasoli che tanto le piacevano erano sufficienti a farle cambiare idea.
Le serviva un vero motivo.
Fu così che in un giorno di mezza estate, quando la natura era all’apice della sua bellezza, Minù e sua madre stavano raccogliendo le goccioline di rugiada dall’erba tenera per mettere da parte delle scorte d’acqua da cui attingere per dissetarsi nelle giornate più calde.
Occorreva raccogliere anche la rugiada dei fiori e Minù non se la sentiva ancora di farlo. Sua madre rinunciò a persuaderla e si levò in volo per raggiungere una rosa, su cui si appoggiò.
All’improvviso un’ape, che passava di lì carica di polline, la ferì ad un’ala col suo pungiglione facendole perdere l’equilibrio. La povera farfalla, che si era aggrappata all’estremità di un petalo, per il dolore non riuscì a reggersi per
molto tempo e lasciò la presa.
A quel punto Minù non prestò più ascolto alla sua paura. Ora ce n’era una più grande. Sua madre non doveva morire.
Così, per la prima volta dopo tanto tempo, agitò le sue ali e si sollevò in volo. Raggiunse rapidamente sua madre e la trasportò sul terreno.
Fortunatamente la ferita, non molto grave, sarebbe guarita in breve tempo. Minù e sua madre si strinsero in un abbraccio che non avrebbero mai dimenticato.
Anche Crystal, spaventata per l’accaduto, si precipitò da loro e disse a Minù:
“Sorellina, so che il mio incidente ti ha fatto soffrire molto, ma devi capire che è stato dovuto alla mia incoscienza. Ora non sono più in grado di volare, ma questo non vuol dire che tu non possa farlo. Perciò ora quello che desidero di più è vederti volare. Fallo anche per me!“.
Minù ascoltò le sue parole e capì che la paura non le avrebbe impedito di seguire la sua natura, ma l’avrebbe aiutata a farlo con attenzione. Così, da quel giorno, ricominciò a danzare nel cielo, seguendo il vento, toccando le nuvole ed esplorando il mondo da una nuova prospettiva, quella della libertà.
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Vittoria Starace
Dottoressa in Filologia, letterature e storia dell’antichità.
Mariarosa Grieco
Speaker per passione