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Le scarpette di Natale

by Admin
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scarpette di natale

Era la notte che precede la vigilia di Natale. Un calzolaio lavorava in una piccola stanza dove viveva con la moglie. Doveva in tutti i modi finire un paio di scarpette di Natale per il figlio di un ricco signore della città: la mattina sarebbe andato a consegnarle ricavando un buon guadagno.

Hai pensato cosa potremo comprare con il guadagno di queste scarpine? Chiese alla moglie – sono troppo piccole e potremo ricavarne solo pochi soldi… se invece fossero state un bel paio di stivali!

Il calzolaio scosse la testa: – hai ragione ma bisogna accontentarsi, meglio pochi soldi che nulla.

Le scarpine erano finite. Il calzolaio le tolse dalla forma e le guardò da vicino. Guarda come sono graziose – disse tutto contento alla moglie. E senti come sono leggere e come devono tener caldo! Ci ho messo dentro uno strato di pelliccia. Sono un vero capolavoro! Con quello che mi daranno per queste scarpine cosa comprerai per il pranzo di Natale?

La donna fece un rapido conto: – un cappone – disse. Certo! Rise il calzolaio. Senza cappone non sembrerebbe nemmeno Natale. E prima del cappone?

Ci vogliono due fette di prosciutto – sicuro! Come antipasto va bene il prosciutto.  E poi?

Poi una fetta di dolce. Altrimenti che Natale sarebbe! E per bere?

Una bottiglia di vino buono, quello spumante.

In quel momento il calzolaio e sua moglie udirono un piccolo rumore alla porta, come se qualcuno avesse bussato. Chi può essere a quest’ora? Forse qualcuno che viene per le scarpine? – disse la donna

Impossibile. Eravamo d’accordo che gliele avrei portate io domani mattina. Allora sarà stato il vento

Ma ecco di nuovo il rumore questa volta più forte. A questo punto la donna andò ad aprire e fece un’esclamazione di meraviglia. Davanti a lei c’era un bambino dai grandi occhi che la guardava senza dire niente. Aveva i capelli biondi scompigliati dal vento e coperti da un leggero nevischio.

Entra entra bambino – disse la donna chiudendo in fretta la porta. Il bambino fece un timido sorriso con le labbra livide per il freddo.

Ma sei scalzo! – Esclamò il calzolaio che per abitudine guardava subito le scarpe delle persone.

Il bambino non disse niente. Guardò le scarpine che l’uomo teneva in mano ma senza invidia, come le accarezzasse con gli occhi. Il calzolaio guardò la moglie; la moglie guardò anche lei i piedini nudi del bambino, poi le scarpine. Fece un cenno d’intesa al marito con la testa e con gli occhi. Il calzolaio prese allora le scarpine e disse: Prendile, sono tue. Senti come sono calde.

E la donna aiutò il bambino ad infilarsele dopo avergli riscaldato i piedi con le mani. Grazie – disse il bambino a bassa voce – sono le prime scarpe che porto. Ora devo andare. Buona notte.

Il calzolaio e la moglie non ebbero nemmeno il tempo di augurare anche loro la buonanotte. La porta si richiuse e il bambino scomparve nel buio.

Una buona decisione – disse il calzolaio – ma adesso bisogna rifare tutti i nostri conti – aggiunse scherzando – niente cappone, niente prosciutto e niente dolce. E niente spumante – concluse la donna – del resto a me lo spumante non piace, mi va su per il naso.

E io non digerisco il cappone. Avevo detto di farlo perchè si usa così a Natale. E poi il dolce… non siamo mica più bambini cara mia!

Abbiamo noci e pane e un po’ del solito vinello. È più che sufficiente cara. Passeremo lo stesso un bel Natale, forse il più bello della nostra vita. Si perché penseremo a quel bambino che ora non è più scalzo – disse la donna.

Il calzolaio e la moglie andarono a letto ma la mattina dopo, quando si svegliarono, trovarono sul tavolo un cappone intero coperto di fette di prosciutto e circondato da mandorle sgusciate e da un ottimo Zibibbo. C’era anche un dolce che pareva essere uscito allora allora dal forno del panettiere e una bottiglia che era sicuramente di vino spumante perché aveva il collo avvolto nella carta argentata.

Allora capirono chi era il bambino a cui avevano regalato le scarpine nuove e caddero in ginocchio commossi. Era Gesù Bambino!

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Ascolta la fiaba letta da Mariarosa Grieco.

 

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Mariarosa Grieco
Speaker per passione

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