C’era una volta… Un re! – diranno subito i miei piccoli lettori -No ragazzi, avete sbagliato. C’era una volta una medichessa. Inizia così la presentazione del progetto di Trotula, la prima donna medico della storia.
Chi è Trotula la prima donna medico?
Trotula de Ruggiero visse a Salerno nell’XI secolo, nel periodo aureo della Scuola Medica Salernitana, dove la presenza femminile sia tra docenti che tra allievi era una realtà. Trotula era una medichessa, e come lei altre donne professavano la medicina a tutto campo.
Trotula, dunque, insegnò ed esercitò la professione medica producendo trattati scientifici, il più famoso dei quali, “De Mulierum passionibus”, è stato definito da H.P.Bayon il testo che segna la data di nascita della ostetricia e ginecologia come scienza medica.
Trotula è una donna forte, indipendente, emancipata, innovativa, fuori dagli schemi imposti dalla società. come ve ne abbiamo raccontato in altri articoli.
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Il libro Trotula e il giardino incantato
Trotula è una donna che aiuta altre donne, questa fantastica donna che nel Medioevo è riuscita a realizzare il sogno di praticare la professione medica e a essere il riferimento scientifico per l’Europa intera può diventare un faro per tutti noi.
Un personaggio così speciale ha ispirato un bellissimo libro. Trotula e il giardino incantato.
In un giorno d’un tempo lontano tutti i bambini del mondo si ritrovano di colpo tristi e annoiati, senza più voglia di divertirsi. Per guarirli occorre spezzare il tremendo maleficio che ha rubato i loro sorrisi. È così che la
regina delle fate, Fusandola, chiede aiuto a Trotula, una medichessa amata da tutti per la sua capacità di guarire grandi e piccini con erbe e fiori miracolosi.
Le spiega che la strega Infingarda sta preparando una pozione potentissima servendosi dei sorrisi dei bambini e le chiede, con le sue piante, di trovare un antidoto per sconfiggerla. Così Trotula, chiamando a raccolta le sue colleghe medichesse, si mette a lavoro. Ma cade a sua volta vittima di un incantesimo. Per salvarla e farla ricongiungere con l’amata figlia Minerva, interviene una sirena venuta da lontano, di nome Ory.
La web serie
Sul sito dedicato a questo progetto potete trovare anche una web serie, il racconto della storia di Trotula in più episodi da leggere e da ascoltare in formato audio. Nell’episodio N4, Trotula ha la sua prima esperienza da dottoressa:
Piombai in cucina con una tale furia che Evelina, la cuoca, temette fosse accaduto qualcosa. E il viso grassoccio, già sbiadito dai fumi della farina che stava impastando, per un po’ divenne così pallido e immobile da sembrare quello di una statua.
«Per carità, mi dite cosa state cercando?» riuscì infine a sussurrare, mentre già da minuti ero china a rovistare nelle anse e sporte che ospitavano le verdure fresche.
«Sto cercando un ciuffo di quell’erba strana, verdissima… quella che alle volte metti sulle carni, che in bocca sembra frizzare…»
Evelina mi guardò dubbiosa, le mani a pugno nei grossi fianchi sormontati dal grembiule. Dopo un po’, però, parve finalmente realizzare di cosa parlassi, e il suo volto si illuminò.
«Ho capito!» esclamò sorridendo. «Si chiama menta, bambina mia. E, di grazia, a cosa dovrebbe servirvene, un ciuffo, come lo chiamate voi?»
«Ah beh, ovvio: devo fare un esperimento!»
La vecchia cuoca preferì non farmi altre domande, e, scrollando il capo, si diresse verso un cestino poggiato su un banchetto di fianco alla finestra.
«Ecco qua» disse, porgendomi un paio di steli pieni di foglioline larghe e rugose. «Non so che intenzioni avete, ma sia chiaro: se vostro padre dovesse disapprovare, io non vi ho dato nulla.»
E detto questo, tornò al suo tavolo di lavoro a imbiancarsi con l’impasto.
Un attimo dopo ero di nuovo in cortile. Matteo se n’era rimasto seduto ad aspettarmi, reggendosi il ginocchio dolorante.
«Me lo spieghi, allora, dove sei andata?» riprese a piagnucolare a testa bassa.
Con l’indice alla bocca gli intimai di fare silenzio. Afferrai il mazzetto di menta tra i palmi delle due mani e lo stropicciai vigorosamente, in modo da tirarne fuori l’essenza liquida. Poi, presi quella che era ormai divenuta una poltiglia verdastra e la poggiai fermamente sul ginocchio di Matteo.
Lui sulle prime sobbalzò e provò a ritrarre la gamba: «Ma Trotula… sei impazzita? Fa male!»
Noncurante delle sue proteste, gli afferrai una mano e la trascinai sull’impacco. «Smettila di frignare, e reggi qua» gli dissi. «Continua a tenere premuto, ma delicatamente. Il dolore dovrebbe calmarsi.»
Attendemmo giusto qualche secondo; poi, pian piano, la smorfia sofferente di Matteo cominciò a trasformarsi in un’espressione di sollievo.
«Ma… Trotula, sta funzionando!» esclamò alla fine. «Non brucia più e sento una bella sensazione di fresco, come se qualcuno ci stesse soffiando sopra. Tu… tu sei un genio!»
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Acquista questo splendido libro, dal sito puoi acquistare anche la box e il taccuino, permetterà ai tuoi bambini e a te, di leggere una storia di indipendenza femminile, di una bambina che, nonostante il periodo storico in cui è nata, non si è mai fermata davanti agli ostacoli, ed è andata avanti un piccolo passo alla volta.
Parte del ricavato delle vendite del libro “Trotula e il giardino incantato” sarà destinata a finanziare borse di studio per bambine e ragazze del Kenya.
Un’iniziativa resa possibile dalla collaborazione con Trame Africane Onlus, un’associazione no profit che nasce dall’idea di offrire uno strumento di riscatto alle popolazioni africane attraverso educazione sanitaria,
istruzione, formazione professionale, lavoro, infrastrutture.