Irena cammina sola, sotto la neve che cade a fiocchi, lungo le vie conosciute della sua città. Eppure, questo inverno Varsavia è molto diversa: le strade, i negozi, le persone… tutto è cambiato, perfino la neve.
Irena Sendler
Nasce a Varsavia nel 1910.
Quando scoppia la Seconda Guerra Mondiale, ha 29 anni e lavora come assistente sociale soccorrendo la popolazione ebraica vittima dell’odio nazista.
Nel 1942 a Varsavia viene fondata l’organizzazione segreta “Consiglio per l’aiuto agli ebrei” e Irena entra subito a farne parte occupandosi in particolare dei bambini e portandoli, segretamente e con mille espedienti, fuori dal ghetto.
Il ghetto di Varsavia
Il 16 ottobre 1940 il regime nazista istituisce il Ghetto di Varsavia, un’area della città delimitata da un muro costruito appositamente, dove tutta la popolazione ebraica viene costretta a vivere in condizioni miserevoli.
Dal 16 novembre 1940 gli ebrei del ghetto di Varsavia non possono uscire senza un’autorizzazione.
All’interno del ghetto non ci sono linee telefoniche, niente tram, nessuno spazio verde. Non sono possibili le comunicazioni postali. Spesso la luce ed il gas sono assenti. Le razioni alimentari sono sempre più ridotte e alcune malattie infettive gravi colpiscono buona parte degli abitanti.
Irena può entrare ed uscire dal ghetto grazie ad un lasciapassare che certifica il fatto di essere infermiera ed assistente sociale.
I soldati tedeschi, terrorizzati dall’epidemia di tifo per diverso tempo non trovano strano il suo continuo entrare ed uscire dal ghetto.
2500 bambini salvati
Il 20 ottobre del 1943 viene arrestata dalla Gestapo (la polizia nazista) e condannata a morte. Riesce a scappare ma è costretta a vivere nascondendosi. Nonostante questo organizza anche a distanza il salvataggio di altri bambini ebrei. Irena è riuscita a portare in salvo circa 2500 bambini.
Nel 2007 è stata candidata al Premio Nobel per la pace.
Muore a Varsavia il 12 maggio 2008 all’età di 98 anni.
Il delirio di Hitler ha cambiato le strade, le città, il cielo, i palazzi, le persone, le mamme e i papà, ma Irena lo sa che i bambini non possono e non devono cambiare, anche se nella sua città quest’inverno tutto è cambiato, perfino la neve. Questo è il cuore della storia Tutto è cambiato perfino la neve di Giusy Mondani.
Lei pensa che un bambino è bambino
quando va a scuola con il broncio
e i libri sottobraccio,
quando gioca a palla e ride a crepapelle,
quando beve latte
e nel suo letto si addormenta stanco
ma felice.

I testi e le illustrazioni di Tutto è cambiato perfino la neve sono magnifici come quelli realizzati per il libro Gli occhi di nonna Liliana, ve ne abbiamo parlato qui.
Sono due progetti speciali che sicuramente insegnano ai bambini una storia terribile ma con un lieto fine. Nonna Liliana (Liliana Segre), ce l’ha fatta e racconta ancora a tutti la sua storia, e grazie ad Irena ce l’hanno fatta 2500 bambini. Sono una goccia nel mare purtroppo, ma lottare e sperare per un mondo migliore è sempre l’insegnamento giusto da trasmettere, tutto l’anno, non solo il 27 Gennaio per la Giornata della Memoria.