Un giorno di sole e di luna. Questa è una storia di empatia, di sogni, di immaginazione… questa è la storia di Ba, la balena e Dalia, la farfalla.
Un giorno Dalia scoprì il mare e chiese al moscone cosa fosse e quando il moscone le spiegò cosa fosse, gli chiese se fosse sicuro che l’acqua non finisse mai. Il moscone disse a Dalia che alcune mosche ci erano andate ma non erano più tornate, ma la farfalla decise di avventurarsi, se si fosse stancata sarebbe tornata indietro.
In largo, Dalia conobbe Ba e si appoggiò sulla sua schiena per riposarsi, da quell’istante iniziarono a raccontarsi di come sarebbe stato bello per Dalia poter nuotare e come sarebbe stato bello per Ba provare a volare, fino a quando non avvenne l’eclissi di sole.
“Quando la luna nasconde il sole, ognuno può essere quello che vuole. Fá presto, esprimi un desiderio, le eclissi non durano tanto!” disse Ba.
Il resto della storia potrete leggerla comprando il libro.
Per provare a raccontarvi meglio il valore di questa storia, vi riporto un breve passaggio del testo lasciato da Enrica Tesio alla fine del libro.
“Il bambino, come la farfalla, è una creatura in continua metamorfosi, impara immaginandosi altro. Chi ha dimestichezza con l’infanzia sa che il gioco più amato tra i piccoli è quello “facciamo che ero”, ero una principessa, ero un cacciatore, ero un cattivo, ero un buono, ero uno straniero. I bambini si travestono per gioco, volano, nuotano, è questo il loro superpotere, diventare chi gli pare. Sono tempi questi in cui gli adulti avrebbero un gran bisogno di mutar forma, perché non si accoglie il diverso finché non lo si diventa, anche solo per il tempo di un’eclisse.”
Mi auguro che questa favola venga letta soprattutto dai grandi, per essere più empatici e quindi più liberi, per essere meno mosconi e più farfalle, più balene. Per essere meno adulti e più bambini, visto che i bambini saranno sempre sia la morale che la favola.