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una sveglia molto preziosa

La storia

C’era una volta un bambino dai capelli castani e dagli occhi azzurri come il cielo in primavera. Si chiamava Andrea. Una mattina, passeggiando con la sua mamma per le piccole vie che conducevano alla piazza centrale della città, udì un vocio che diventava sempre più forte.

Quando giunse nel luogo da cui proveniva quel suono, vide tante bancarelle disposte in fila, gremite di gente che osservava e acquistava un’infinità di oggetti diversi. Era domenica e i venditori ambulanti esibivano, sui loro banconi, preziosità antiche e particolari. Spesso si trattava di oggetti usati o di piccole opere d’arte fatte a mano, cariche di un valore senza tempo. 

Andrea, pieno di entusiasmo, incitò la sua mamma a seguirlo per quel piccolo paesino in miniatura, pieno di tesori venduti a poco prezzo. Ad un tratto notò un oggetto luccicante, che emergeva da un mucchio di stoffe colorate, sparse su un piccolo tavolo di legno. 

Mamma, mamma! Vieni! Voglio vedere una cosa!“, esclamò. 

La mamma lo seguì, travolta dalla sua contentezza. 

Una volta arrivati alla bancarella, videro un uomo dai capelli neri e dai grandi occhi verdi, che era intento a sistemare la sua merce. Costui, non appena li notò, chiese loro:  “C’è qualcosa che vi interessa?

Sì! Cos’è quello?“, gli domandò il bambino con gli occhi luccicanti dall’emozione, indicando il piccolo oggetto nascosto. 

Vuoi dire questo?“, chiese il venditore, afferrandolo, “Si tratta di una sveglia molto particolare. Ne ho venduta solo un’altra. Ti piace?” 

Sì tantissimo! Mamma, mamma me la compri?

Se vuoi te la regalo“, disse l’uomo, “Non piace a nessuno. Tutti quelli a cui l’ho venduta, me l’hanno restituita.

La mamma di Andrea, però, era dubbiosa e, a bassa voce, chiese a suo figlio: “Sei sicuro di volerla? Forse non funziona.

Funziona benissimo, signora“, disse il venditore con convinzione, dopo aver sentito ciò che lei aveva appena detto, “Però è diversa da tutte le altre sveglie e per questo è molto preziosa.

Andrea continuò ad insistere e alla fine ottenne ciò che desiderava. Ringraziò quell’uomo così gentile e tornò a casa. Posizionò la sveglia sul comodino accanto al suo letto e la osservò, catturando con gli occhi ogni suo  particolare. Secondo Andrea doveva essere molto antica, dal momento che l’aspetto aggraziato e solenne delle lancette e dei numeri gli ricordavano l’orologio a pendolo che avevano i suoi nonni. Inoltre le due campanelline dorate, che la incoronavano, erano decorate con dei piccoli fiorellini che recavano tracce di vernice colorata. Fu così che il bambino, osservando il suo regalo, si addormentò. 

la sveglietta preziosa

La mattina seguente fu svegliato da un suono acuto, che lo fece sobbalzare. Subito capì che era la sua sveglia a produrlo. “Ma com’è possibile?“, si chiese, “Ieri non l’ho azionata. Come ha fatto a suonare proprio alle 7:30, l’orario in cui mi alzo per andare a scuola?

La sveglia intanto continuava a squillare e Andrea non riusciva a spegnerla. Solo quando si alzò dal letto, il rumore assordante si fermò. Allora il bambino, spaventato, portò l’oggetto alla sua mamma per cercare di capire come funzionasse. Purtroppo però questo fu impossibile perché la sveglia non aveva viti né tasti, che permettessero di comprenderne il meccanismo. 

Andrea se vuoi possiamo metterla su una mensola in cucina. Così, se suonerà ancora, saremo io o papà a spegnerla e tu non ti spaventerai“, disse la mamma.  Il bambino, però, volle tenerla in camera sua per osservarla ancora. 

A pranzo trovò sul tavolo una sorpresa per lui, una fetta di torta al cioccolato. Non appena cominciò a mangiarla felice, la sveglia squillò di nuovo per pochi secondi, fermandosi quando Andrea tornò in camera sua. Il bambino, sempre più curioso, la studiò con attenzione per tutto il pomeriggio, ma purtroppo non fece alcuna scoperta. 

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La mattina seguente la sveglia squillò di nuovo alle 7:30. Allora Andrea, per cercare di capirne il mistero, pensò di chiedere aiuto ad sua amica, che era in classe con lui. La bambina si chiamava Leila; aveva dei vividi occhi azzurri e dei capelli lucenti come l’oro. Ad Andrea piaceva molto parlare con lei, perché era curiosa e piena di vita. Perciò, ogni mattina non vedeva l’ora di incontrarla.

Quel giorno, quando le parlò della sveglia, stranamente non notò alcuno stupore da parte sua. Leila gli disse: “Andrea, secondo me non tutto può essere spiegato con la logica. A quanto pare, il meccanismo che fa funzionare la tua sveglia non è come tutti gli altri, perciò non riesci a comprenderlo. Sono sicura che presto tutto ti sarà più chiaro.

Allora il bambino pensò di aspettare che il tempo fornisse le risposte alle sue domande. 

Nel pomeriggio Leila lo chiamò per dirgli che stava male e che forse il giorno dopo non sarebbe andata a scuola. Così Andrea, rattristato, sperò che la sua cara amica si riprendesse presto e andò a dormire pensando a lei.  Con sua sorpresa, alle 7:30, la sveglia non suonò. Il bambino allora, pensieroso, decise di portarla con sé a scuola per continuare a studiarla durante l’intervallo. 

Quando arrivò, si stupì di vedere Leila, che lo aspettava fuori dalla sua classe con una sveglia in mano, identica alla sua. “Leila! Che bello vederti!”, le disse, “Stai meglio?

Sì! Ieri ho avuto un brutto mal di testa, ma ora sto bene. Ti devo far vedere una cosa“, gli rispose la bambina, porgendogli la sveglia.  Andrea allora, in preda allo stupore, la prese, esclamando: “Ma è come la mia! Dove l’hai acquistata?

In una bancarella di oggetti di antiquariato. Volevo aspettare ancora un po’  di tempo per fartela vedere, ma ieri ho visto che eri molto preoccupato e quindi ho deciso di svelarti il suo segreto. Si tratta di una sveglia speciale. Chi me l’ha venduta voleva disfarsene e ne aveva anche un’altra.” 

Andrea allora capì che era stata Leila ad acquistare l’altra sveglia, di cui gli aveva parlato il venditore ambulante. “Ma allora come funziona?“, le chiese pieno di entusiasmo e, proprio in quel momento, la sveglia di Leila squillò assieme alla sua. Così Andrea gliela mostrò, estraendola dalla tasca della sua felpa.

Come si spegne?“, chiese agitato.  “Stai tranquillo. Tra pochissimi secondi il suono si fermerà“, rispose Leila. Così accadde, e sulle mani del bambino comparve un fogliettino.  Andrea lesse: “Ora mi presento. Sono la sveglia del tuo cuore. Squillo solo quando sei molto felice.

Il bambino allora comprese che era il suo cuore a far funzionare quel magico oggetto. 

Sai, io l’ho scoperto pochi giorni dopo averla acquistata”, gli disse Leila, “Credo che le nostre sveglie siano sincronizzate. Scommetto che la tua squilla ogni giorno alle 7:30, vero?

Sì!“, rispose Andrea emozionato, “Tranne questa mattina. Però forse capisco il perché. Ero molto triste e non volevo venire a scuola, dal momento che probabilmente non ti avrei vista.” 

Allora la bambina, intimidita, gli disse:  “Anche a me squilla ogni mattina a quell’ora, perché desidero vederti.” Così entrambi si abbracciarono, contenti che gli orologi dei loro cuori segnassero lo stesso tempo.

una sveglia molto preziosa due bambini si tengono per mano migliori amici

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Vittoria Starace
Dottoressa in Filologia, letterature e storia dell’antichità.

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Attore

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