Il paradosso di Schrödinger ideato nel 1935, è un esperimento mentale, basato sull’immaginazione, dal quale è nata la storia di Chiara e il gatto di Schrödinger.
Il paradosso è chiaramente spiegato dall’articolo di Geopop, ve lo riassumo qui. Gli elementi dell’esperimento sono una scatola con dentro, un gatto, una fiala di veleno, una fonte radioattiva e un meccanismo che aziona un martello.
Cosa può succedere? Se la fonte radioattiva, emette una radiazione si genera un effetto a catena per cui si attiva il martello che rompe la fiala di veleno, uccidendo il gatto. Tutto ciò può accadere, ma può anche non accadere, c’è il 50% di possibilità, quindi se apriamo la scatola, il gatto può essere vivo ma anche morto e non lo sapremo finché non apriremo la scatola.
Secondo la fisica, la materia è formata da una serie di elementi di cui fanno parte le cosiddette particelle quantistiche, le particelle quantistiche sono ovunque, si determina la loro posizione precisa quando le osserviamo. Ecco perchè solo osservando il gatto, possiamo sapere se le particelle sono in forma di “gatto morto” o “gatto vivo”.
In Chiara e il gatto di Schrödinger, Chiara De Giorgi, parte dalla teoria di Carlo Rovelli, per il quale il gatto è sia sveglio sia addormentato. Secondo Rovelli la meccanica quantistica descrive il modo in cui i sistemi fisici si determinano in rapporto ad altri sistemi fisici. Questo vuol dire che gli oggetti sono caratterizzati dal modo in cui interagiscono, le proprietà degli oggetti esistono solo nel momento delle interazioni. Gli esseri umani che si interrogano su quanto sta accadendo nella scatola non sono da intendersi come persone esterne alla scena che semplicemente osservano un qualcosa, bensì fenomeni fisici, al pari di quelli che si producono entro la scatola, e che in quanto tali possono entrare in interazione con questi ultimi.
La realtà ha un aspetto diverso a seconda del momento in cui la osserviamo
Chiara ha due genitori che sono fisici, studiano come funziona il mondo. Le mie mille domande ricevono sempre risposte ragionate e comprensibili e suscitano spesso nuove curiosità. Anche a Chiara piace imparare cose nuove e riflettere su ciò che la circonda. Per questo la mamma, un giorno, le regala un mattone, un libro che è più pesante di lei, un libro che si intitola “Teoria dei quanti”. In questo libro c’è la teoria del gatto del Signor Schrödinger.
Ovviamente in questa storia il gatto non è in una scatola con del veleno, ma con del sonnifero e non c’è rischio di trovarlo morto, ma al massimo addormentato.
Quello che Chiara non riesce a capire è come si possa aprire un bottiglina di sonnifero, i gatti mica sanno aprire le bottiglie! Ecco, a questo punto fa la sua comparsa nella storia un personaggio interessante, ovvero una particella – che è tipo
una cosa piccolissima – che ha il potere di decidere se la boccetta di sonnifero si aprirà oppure no.
«Ma come fa una particella a decidere qualcosa?» chiede Chiara alla mamma.
La risposta è incredibile: qualcuno deve guardarla.
«Nel momento in cui la particella viene osservata, decide se togliere il tappo alla boccetta di sonnifero oppure no.»
Insomma, fino a quando nessuno guarda la particella, il gatto si trova sia addormentato che sveglio, e questo esempio era scritto nel mattone che le avevano regalato la sera prima.
Esperiemnti divertenti
Attenzione che questo è un libro che parla di scienza ma è molto divertente, anche perchè immaginate quanti esperimenti può fare un bambino con la teoria del gatto. Ecco i suoi esperiementi:
si è messa fuori la porta del bagno pensando che fosse sia libero che occupato, per poi irrompere e far arrabbiare i fratelli
guardare il frigorifero e pensare se ha o non ha un budino al cioccolato all’interno? magari una particella lo fa apparire
non guardare la sveglia perchè tanto può essere ora di svegliarsi ma anche no, quindi il tempo non esiste.
Non aggiungo altro, perchè l’ultimo esperimento è stato un vero disastro e ha creato tante reazioni a catena davvero sorprendenti. Però ovviamente potete acquistarlo e raccontare ai vostri bimbi come tutto è relativo fino a quando non ci metti le mani in pasta!